F.lli Lorenzi srl - Corso di Porta Romana 1, Milano - Tel. +39-02-86451748

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Per tutti coloro che si trovano in visita a Milano, sia turisti nel vero senso della parola ma anche milanesi curiosi, ci fa piacere segnalare luoghi particolari nei dintorni del negozio.

Le segnalazioni sono tutte riferite a notizie curiose, di dettaglio e difficilmente reperibili sulle guide turistiche standard. Abbiamo deciso di proporre queste descrizioni per rendere più piacevole la visita di Milano e per aggiungere qualcosa al puro shopping.

Inoltre vogliamo così valorizzare la fortuna di avere un negozio in una zona tra le più antiche della città ricchissima di fatti di storia recente e antica come diversi "ruderi" risalente alla primissima Milano romana.

Se gradite, segnalateci le vostre storie e aneddoti relative alla zona. Buona lettura e buone visite.

Indirizzo: Via Pecorari, 2

Il campanile di San Gottardo è opera di Francesco Pecorari da Cremona ed è datata circa al 1336.

La cella campanaria è uno spazio aereo cinto da 24 doppie colonne a reggere un alto cono su cui campeggia un statua in bronzo di San Michele. Il campanile è descritto come “l’orologio mirabile” grazie al suo meccanismo che segnava le ore secondo il sistema italico cioè: il primo rintocco al tramonto, fino ad arrivare ai 24 rintocchi alla fine della giornata. Benchè oggi sembri strano e complicato avere un orologio che segue il ritmo del sole e delle stagioni per cadenzare il tempo, questo capolavoro era molto noto all’epoca a tal punto che la via sulla quale si innalza la torre prese il nome di via delle Ore.

Fonte dei commenti: Milano passo a passo, Hoepli, Decapoa, Collarin, Scilipoti.

Indirizzo: Piazza Missori angolo Via Albricci

La piazza Missori conserva un interessante frammento di storia medievale. Detto bonariamente dai milanesi “dente cariato”  cioè ciò che rimane dell’abside della chiesa di San Giovanni.

La chiesa stessa si può fare risalire al XIII secolo mentre la cripta, il cui accesso è possibile attraverso una scala moderna risale al XI secolo. La storia del luogo è legata a Bernabò Visconti signore della città insieme al fratello Galeazzo II. Tra le passioni di Bernabò c’erano i cani tanto che il suo castello era chiamato Cà dei Can. Si racconta che amasse particolarmente i mastini e che ne possedesse oltre 5000 dati in cura alla popolazione che non sempre se ne occupava con spontaneità e che veniva punita se i cani erano mantenuti o troppo grassi o troppo magri.

Fonte dei commenti: Milano passo a passo, Hoepli, Decapoa, Collarin, Scilipoti.

Indirizzo: Corso di Porta Romana, 3

Uscendo dal negozio a sinistra bastano pochi passi per scoprire un pezzo di storia di Milano: al numero civico 3 di corso di porta romana, si trova il Palazzo Acerbi, dimora secentesca del senatore milanese Ludovico Acerbi. Alzando la testa, a destra della mensola del primo balconcino a destra del portale, vi si trova infissa una palla di cannone, rimasta lì nella facciata da quando fu sparata durante le cinque giornate di Milano nel 20 marzo 1848, come racconta la minuscola targa sotto di essa.

 

Il palazzo Acerbi è celebre a Milano, non tanto per la sua architettura in stile barocco, anche se decisamente sobrio e austero, ma proprio per il suo proprietario, il senatore e marchese milanese Ludovico Acerbi che, durante la diffusione a Milano della peste, amava organizzare numerose feste frequentate dai nobili rimasti in città nonché andare in giro per la città in carrozza con uno stuolo di servitori al seguito. Nonostante questa vita sociale così sfrontata per quel periodo né gli abitanti né gli illustri ospiti di quel palazzo si ammalarono di peste e ciò scatenò le dicerie della gente, convinta che in quello stabile ci abitasse il diavolo.

 

Indirizzo: Piazza Missori

Il palazzo si trova in Piazza Missori e costituisce un esempio significativo di architettura moderna a Milano. 

 

L'edificio fu realizzato nel 1931 su progetto dall'architetto Marcello Piacentini, figura emblematica dell'architettura del periodo fascista in Italia.

 

Le figure speculari in cima al portale, rimandano a modelli iconografici classici, rappresentano: la Providentia e la Praevidentia, invece quelle sugli stipiti laterali: Domus, Labor, Amor, Fides, Salus e Virtus.

 

 

  

Tramite la monumentale scala elicoidale, preceduta da una coppia di colonne in marmo nero e impreziosita dalla figura del fanciullo con cornucopia in legno all'inizio della balaustra della scala realizzata dal designer milanese Mario Quarti, si accede alla sala riunioni dove sono presenti le 4 lunette sopra porta dipinte su compensato.

 

 

Sono state eseguite dall'artista romano Cipriano Efisio Oppo e raffigurano: la maternità, il lavoro, il risparmio e la vecchiaia.

 

 

Indirizzo: Piazza Sant'Alessandro

Da piazza Missori, percorrendo quella strada breve e stretta che è via Zebedia, troverete uno degli angoli più graziosi di Milano: piazza sant’Alessandro.

Alla vostra destra, preceduta da un’imponente scalinata, si staglia la monumentale facciata della chiesa barnabita di sant’Alessandro in Zebedia. Il motivo per cui la chiesa si chiama sant’Alessandro in Zebedia è la convinzione che sorga sulle rovine dell’antico carcere di Zebedia, in cui secondo tradizione sarebbe stato rinchiuso sant’Alessandro.

 

 

All’interno potete osservare lo splendido pulpito grandemente ornato. Adesso girategli attorno per capire da dove entrava il predicatore per salire sul pulpito. L’accesso è nascosto ma individuabile. Provate a scoprirlo personalmente prima di chiedere informazioni al sacrestano!

Fonte dei commenti: “Storia di Milano”, Alfredo Bosisio, ed. Aldo Martello, 1958.

Indirizzo: Via Speronari, 3

 

“… il tempio di San Satiro, che a me piace sommamente per essere opera ricchissima, dentro e fuori ornata di colonne, corridori doppi e altri ornamenti, e accompagnata da una bellissima sagrestia tutta piena di statue.” Giorgio Vasari

 

La costruzione della chiesa fu intrapresa alla fine del Quattrocento per volere del duca Gian Galeazzo Sforza e più tardi proseguita da Ludovico il Moro come parte di un ambizioso programma di rinnovamento delle arti nel ducato, il quale prevedeva tra le altre cose di chiamare presso la corte milanese artisti da tutta Italia: l'edificio fu infatti progettato secondo nuove forme rinascimentali importate nel ducato da Donato Bramante

 

 

La chiesa, costruita inglobando il più antico sacello di San Satiro da cui prese il nome, è celebre per ospitare il cosiddetto finto coro bramantesco, capolavoro della pittura prospettica rinascimentale italiana.

Indirizzo: Via Torino 30-32

ll Centrale, è uno dei più vecchi cinema di Milano, ed il più vecchio ancora in attività.

La sua nascita risale ai primi anni del 1900, al 1907 per la precisione all’insegna di “Cinematografo Mondial”, ed è da considerarsi forse il primo multisala d'Italia, con 2 piccole sale che ora, contano rispettivamente 120 e 90 posti.

Il Mondial, trova così la sua collocazione nella bramantesca casa de’ Grifi, edificata nel 1480 dall’allora archiatra ducale Ambrogio Grifi, e una delle due sale è a volta, l’antica sala d’onore che presenta capitelli con l’effige del grifone, stemma della casata Grifi, ed ha un meraviglioso rosone, incidente sulla probabile cappella di famiglia, che affaccia sul cortile.

Il nome Mondial nel 1942, venne variato in “Centrale”, nome che mantiene tutt’ora.

I prezzi iniziali erano di 20 cent. di Lire per i primi posti e di 10 cent. per i secondi posti, "militari non graduati e bambini la metà", e le rappresentazioni avvenivano dalle 14 alle 23 con brevi filmati.

Indirizzo: Piazza Diaz

Nel 1958 sorse la Torre Martini, edificio in chiave moderna alto 64 metri.

Al momento della riedificazione della piazza Diaz sorse il problema di come chiuderne il fondo, posizione fondamentale essendo in perfetta linea con l’arco della Galleria di Vittorio Emanuele II

La Torre Martini rappresenta una location storica e simbolo del costume meneghino, ha visto infatti passare, tra gli altri, personaggi illustri del grande cinema. La presentazione del 1960 della Dolce Vita di Federico Fellini inaugurò un’epoca di incontri cinematografici durante i quali si potevano vedere pellicole in anteprima e partecipare a confronti diretti tra critici e registi.

 

 

Indirizzo: Via Bagnera - Piazza Mentana - Via Torino

La via più stretta di Milano nasconde un tragico passato.

E’ la via più stretta e ‘nera’ di Milano,Vicolo Bagnera. E’ così piccolo e lugubre da essere teatro di noirmeneghini veri, oltre che a candidarsi a set cinematografico.

 

Ilmostro di Milano, il primo serial killer italiano è passato di qui. Si chiamava Antonio Boggia (Urio, Como, 23 dicembre 1799 – Milano, 8 aprile 1862) e la letteratura nera lo definisce il primo assassino seriale italiano.

 

 

Boggia cominciò a uccidere nell’aprile del 1849, e la sua prima vittima fu Angelo Ribbone, derubato di 1.400 svanziche, “il cadavere quindi venne smembrato e nascosto nel suo scantinato nella Stretta Bagnera”, usato dal Boggia come magazzino e ufficio. 

 

 

Il corpo del primo serial killer italiano finì sepolto nel cimitero del Gentilino, presso il bastione di Porta Ludovica (oggi, Corso Italia), e solo nel 2009 dal mercato collezionistico emerse una mannaia da macelleria, già di proprietà dell’Ospedale Maggiore, oggi conservata al Museo di Arte Criminologica di Olevano di Lomellina (Pavia).

 

Fonte dei commenti: Paola Perfetti

Indirizzo: Via Bagnera - Piazza Mentana - Via Torino

Aperto nel 1974, il Civico Museo-Studio Francesco Messina è ospitato nell'antica chiesa sconsacrata di S. Sisto, vicino alla centralissima via Torino. 

 

L'artista siciliano, ma milanese di adozione, ha voluto infatti che qui fosse conservata una parte della sua opera, grazie al lascito fatto al Comune di Milano.

 

 

Il museo, che è stato per diversi anni anche lo studio dell'artista, espone circa ottanta sculture (gessi, terrecotte policrome, bronzi, cere) ed una trentina di opere grafiche (litografie, pastelli, acquerelli, disegni a matita).

 

Il "Ritratto di giovane biondo" è un'elaborazione successiva dell' "Autoritratto" di Francesco Messina risalente al 1934.

 

Lo spazio propone mostre e attività legate al mondo della scultura contemporanea.

Indirizzo: Via Larga

Il teatro, rimasto chiuso dal 1999, dovrebbe riaprire nei primi mesi del 2019. 

Il 13 maggio 15554, viene pubblicato il testamento di Paolo da Cannobio che istituisce le Scuole Cannobiane in via delle Ore, dov'è oggi il Teatro Lirico. Vi si davano due letture quotidiane, una di morale e un'altra di dialettica.

Per molti la Milano degli anni Venti è un luogo spensierato, dove in certi ambienti fascino e glamour convivevano, mentre la gran parte della popolazione cercava di riprendersi dal trauma della prima guerra mondiale.

A breve il Teatro Lirico risorgerà a nuova vita dopo quasi vent’anni di chiusura al pubblico. 

 

La programmazione degli spettacoli sarà affidata a diversi direttori a seconda dei tipi di iniziative messe in campo: Renato Pozzetto si occuperà della parte relativa alla comicità e al cabaret, mentre J-Ax curerà gli eventi di musica leggera per giovani. 

 

Gli eventi di musica classica e di musica lirica saranno affidati a Roberto Favaro, vicedirettore di Brera. I concerti Jazz  ad Enrico Intra, mentre Chris Baldock si occuperà degli spettacoli legati alla danza.

Indirizzo: Via Paolo da Cannobio

Nell’edificio che si trovava al numero 35 di via Paolo Da Cannobio, poi abbattuto dopo la guerra, era situata dal 1919 fino alla fine del 1921 la sede milanese dei fascisti di Benito Mussolini.

Detta il Covo dagli squadristi, la vecchia casa di ringhiera venne conservata per tutti gli anni Trenta come un piccolo museo del fascismo nei suoi primi anni, con tanto di scolaresche che lo visitavano, mentre nel cortile c’erano i cavalli di Frisia, che dovevano proteggere una porta con vetri smerigliati, dove si trovava la tipografia del giornale di Mussolini, “Il Popolo d’Italia”, mentre al primo piano era lo studio di Mussolini, arredato con i cimeli delle sue prime imprese, il telefono a manovella, le bombe a mano, il tutto con lo scopo di far credere che il fascismo fosse in grado di difendere i giovani italiani dal pericolo del comunismo, come raccontavano allora i maestri agli alunni.

Nella stanza accanto era collocato l’ufficio del fratello Armando, direttore amministrativo del giornale, mentre nella cantina si trovava un vero e proprio arsenale di armi da fuoco, oltre a manganelli e olio di ricino per spedizioni punitive.

F.lli Lorenzi srl

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F.lli Lorenzi srl è diretta erede del primo negozio Lorenzi aperto a Milano in C.so Magenta nel 1919 da Olimpio Lorenzi. Marcello e Stefano Lorenzi, titolari di F.lli Lorenzi srl, rappresentano la terza generazione nella attività di famiglia).

Nel 2019 F.lli Lorenzi srl ha celebrato nel 2019, 100 anni di attività a Milano.

Il negozio F.lli Lorenzi di Corso di Porta Romana,1 seleziona specifici prodotti da offrire ai propri clienti e progetta e realizza selezionati prodotti artigianali.

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